mercoledì 20 febbraio 2013

Volete visitare il Salone Nautico di Genova? Bene, ma da quest'anno organizzatevi per tempo se non volete sorprese...


Da quest'anno a Genova si esporrà cinque giorni al posto dei tradizionali nove. Ma ci saranno anche più barche in acqua oltre ad una maggiore offerta di attrazioni in città, con spettacoli musicali e culturali nelle piazze di Genova, sull’esempio di quanto accaduto nelle edizioni più recenti. Il Salone Nautico si adegua ai tempi. In un periodo di spending review gli espositori hanno richiesto di ridurre il numero delle giornate espositive, riducendo le spese, senza però impattare sull'affluenza del pubblico che, per altro, nell'ultimo periodo ha visto una netta flessione nelle ultime edizioni. Altra novità riguarda il giorno di apertura del Salone, che, a differenza della consueta giornata inaugurativa del sabato, quest'anno aprirà i battenti mercoledì 2 ottobre e chiuderà domenica 6. Queste decisioni, come sottolineato dagli addetti ai lavori, servirà anche a uniformare quello di Genova ai Saloni internazionali. «Un’esposizione di nove giorni non aveva più senso - è il commento di uno dei “dissidenti” che lo scorso anno minacciarono la nascita di un salone alternativo dedicato alle barche a vela -. Da anni chiediamo alla Fiera di ridurre la durata del Salone portandola a quattro, cinque giorni al massimo, come succede nel resto del mondo. Se davvero è stato scelto il periodo 2-6 ottobre significa che Genova, finalmente, ha preso coscienza della realtà. Ci saranno meno visitatori? Non credo. Chi è interessato al Salone avrà comunque cinque giorni a disposizione per venire a Genova, compreso un week end» (tratto da Il Secolo XIX).
Se da una parte gli operatori del Salone sono soddisfatti per la decisione presa, dall'altra potrebbero nascere attriti da parte degli albergatori. Questi ultimi infatti hanno sempre tratto grandi profitti dal Nautico, fino ad oggi unico grande evento cittadino, e sicuramente la decisione di togliere quattro giorni avrà il suo peso. C'è anche da dire che la città, però, trarrà ritorni economici dagli eventi artistici e culturali aperti al pubblico, come ha dimostrato la scorsa edizione.


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